22 febbraio 2012

Le giornate appena trascorse hanno segnato la metà del periodo della residenza e le ho vissute stabilendo tutti i dettagli che mancavano per concretizzare il mio progetto. Ho realizzato una serie di composizioni fotografiche che potranno esprimere al meglio il mio lavoro a Yerevan e come il mio progetto si sia evoluto da quando sono arrivato. Ho deciso il metodo di stampa, il modo di esporlo e anche lo spazio in cui ospitare una mostra. La mostra durerà pochi giorni ma sufficienti per presentare la produzione e il concetto che si vuol comunicare; al di là delle immagini, la curatrice darà un’attezione centrale ai testi ed ai pensieri costruiti sull’osservazione della città, durante queste settimane.
Io e Susanna siamo entrati in contatto con un architetto, Sarhat Petrosyan, perché sensibile alla repentina trasformazione urbana del centro di Yerevan. SI è interessato al mio progetto ed ai pezzi che ho realizzato finora perché accostano le immagini dei nuovi palazzi con le vecchie foto di famiglie. Sarhat ci vuole quindi aiutare offrendoci degli spazi suggestivi per l’esposizione a cui non avremmo altrimenti potuto accedere. Fra questi, ho scelto le sale espositive situate nella sede dell’unione degli architetti; interessanti sia per il significato del posto, che per l’atmosfera d’altri tempi dell'edificio.
Nel frattempo, anche il dott. Montalto, console italiano nella città di Gyumri, di passaggio a Yerevan, ha voluto sapere della mia attività; il suo ufficio a Yerevan è collocato proprio in un quartiere che entro pochi mesi verrà completamente abbattuto. Di fronte si apre un parco pubblico che in questi giorni è stato occupato da alcuni cittadini che vogliono fermarne lo smantellamento: anche l’area verde è destinata a esser soppiantata da nuovi enormi palazzi.